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Il Giardino dei Conti Barbavara

            Si dice che il nobile Andrea Ferraris, recatosi in Inghilterra, restasse affascinato dai parchi all’inglese. Possedendo in Gravellona Lomellina una vasta proprietà terriera (cascine Barzo e Nidasio), alla fine del 1700/inizio 1800 decise di costruire un parco che fece progettare da un architetto inglese e seguire da un giardiniere inglese, che fece trasferire qui.

Ordinò di scavare i laghetti che si alimentarono  con l’acqua sorgiva dei fontanili esistenti.

 

La terra (estratta con picco e pala) fu portata a spalla con secchi ad innalzare le colline.

Questo lavoro impiegò numerose braccia in periodi di carestia, soprattutto d’inverno, quando i lavoratori dei campi erano senza lavoro, e costituì di fatto un aiuto economico alle popolazioni locali.

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Sulle colline e dappertutto furono piantate essenze arboree che ora sono diventate alberi secolari.

Fra di loro spiccano alcuni altissimi pini originari della pianura padana. Un tempo questi pini erano presenti in tutta la pianura. Ora ne sono rimasti vari esemplari solo ai bordi del Ticino.

L’impianto di questa parte del giardino è tipicamente all’inglese, con essenze sistemate in modo da apparire quasi naturali, mentre l’altra parte del giardino restò più all’italiana con un labirinto di siepi oggi scomparso.

     La casa con la torre si pensa sia stata costruita alla fine del’700 sopra un edificio preesistente. La torre, con vista romantica sulle campagne fino a Milano (vista ora impedita dalle piante cresciute in altezza), si dice abbia avuto un ruolo nella prima guerra di indipendenza, che si giocò fra Sesia e Ticino. In particolare, fu usata dal conte proprietario, filo patrioti, per avvistare e segnalare ai Piemontesi i movimenti di truppe austriache.  Per questo atto il conte venne successivamente tenuto per qualche tempo prigioniero dagli austriaci nelle cantine della villa stessa.

Una bella scala circolare sale fino alla terrazza in alto. Qua e là, ai bordi della scala, si aprono gli sportelli delle piccionaie, un tempo abituali nelle costruzioni, fatte per far nidificare i piccioni e per poter poi catturare i piccioncini, prelibatezze alimentari.

La casa appare costruita in tempi e modalità diverse.

Una parte ha stanze piccole e basse, apparentemente modeste, ma abbellite con fregi all’inglese ora quasi scomparsi.

Una seconda parte è un salone delle feste, con galleria, dalle proporzioni decisamente signorili e reca all’esterno sul frontone medaglioni in cotto di musicisti allora in voga (Bellini, Mercadante, Donizetti Rossini…) Non era ancora l’epoca di Verdi.

Non si sa se questo contrasto di stili architettonici fosse dovuto alla morte del nobile o a periodi di ristrettezze finanziarie.

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         Nel 1870 donna Marietta Ferraris sposò il Conte Massimiliano Barbavara e da allora casa e giardino Ferraris sono conosciuti col nome dei Barbavara.

La famiglia si spostò nell’altra villa, nel frattempo edificata, e la villa con la torre divenne fattoria e si degradò.

E’ stata ristrutturata a partire dal 1990.

Sulle pendici esposte al sole della collina, verso la strada, potete vedere una limonaia e quello che resta di un frutteto.

Le acque dei laghetti da alcuni decenni stanno erodendo le rive delle colline ed i sentieri attorno. Questo è un problema di non facile ed economica soluzione.

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Il giardino all'inglese è un tipo di giardino sviluppato nel corso del Settecento che, al contrario di quelli geometrici, non si avvale più di elementi per definire e circoscrivere lo spazio, come fondali, quinte arboree o prospettive, ma si basa sull'accostamento e sull'avvicendarsi di elementi naturali e artificiali.

Questi elementi: grotte, ruscellialberi secolari, cespuglipagode

pergoletempietti e rovine, che chi passeggia scopre senza mai arrivare ad una visione d'insieme, costituiscono un luogo in cui la natura non è mai incolta, anche quando assume un carattere selvaggio.

Il giardino all'inglese è un fenomeno che ebbe inizio attorno al XVIII secolo, conducendo al superamento dei vecchi schemi geometrici (giardino all'italiana) all'interno dei nuovi giardini nobiliari.

È un fenomeno legato al Romanticismo. Il giardino è visto come il luogo in cui l'emozione, suscitata dall'avvicendarsi delle sorprese, viene temprata dall'armonia che lega le varie parti, attraverso la contrapposizione degli opposti (come il regolare al selvaggio, il maestoso all'elegante, l'ameno al malinconico) in modo da bilanciare le differenti emozioni.

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Il giardino formale o giardino all'italiana

è uno stile di giardino di ispirazione classica tardo-rinascimentale ed è caratterizzato da una suddivisione geometrica degli spazi ottenuta con l'utilizzo di filari alberati e siepi, di sculture vegetali di varia forma ottenute con la potatura di cespugli sempreverdi (topiarie), specchi d'acqua geometrici, spesso accostati ad elementi architettonici quali fontane e statue.

Il giardino all'italiana ha profondamente influenzato l'intera storia del giardinaggio, risultando decisivo anche per la nascita del giardino francese e del giardino inglese.

Il primo giardino geometrico all'italiana viene tradizionalmente riferito all'ingegno di Niccolò Tribolo, che lavorò a Firenze ai giardini della villa di Castello, della villa Corsini e poi ai Giardini di Boboli, fornendo un modello che venne poi sviluppato scenograficamente nei secoli XVII e XVIII.

             Una caratteristica che si ritrova in tutti giardini formali sono le decorazioni al suolo fatte con aiuole, siepi di sempreverdi (spesso bosso) e le decorazioni floreali disegnate su prato o su un fondo di ghiaia colorata.

Oltre ai singoli cespugli potati con forme geometriche, i giardini formali presentano spesso grandi gruppi di piante o complessi vegetali di alberi o arbusti potati secondo forme geometriche, come ad esempio alberi, alti anche oltre i 20 metri, potati a spalliera, tali da realizzare vere e proprie architetture vegetali. Con la stessa logica, nei giardini formali sono realizzati labirinti, tunnel, colonnati e anfiteatri.

Nel giardino formale la pavimentazione è realizzata in terra battuta, ghiaia colorata o prato all’inglese.

Un altro elemento spesso presente è il giardino segreto, una zona riservata, nascosta nella vegetazione o murato, utilizzata per la coltivazione di piante rare o per distendersi fuori dalla vista degli altri.

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